mercoledì 5 febbraio 2014

Joe Brisky

Chissà quali e quanti sogni accarezzi
nelle notti fissando il soffitto
fra quelle mura che spesso disprezzi
dove quel letto accoglie il tuo corpo sconfitto.

Sai?... mi dicono che ora stai bene
lasciando mezza vuota una bottiglia
su quel tavolo di povere cene
e i contorni rubati di foto di famiglia.

Il silenzio squarcia il velo del tempo
ci confonde ogni attimo esitante
mentre fisso i tuoi occhi di un tempo
senza ricordi, di un verde sferzante.

Nel tuo passo indeciso sei Brisky
per qualcuno Joe, l'amico deriso
l'avventore abituale, il poeta del whisky
la tela spezzata... il fiero narciso.

1 commento:

  1. Questo sonetto è il ricordo di un amico che ormai da anni è ospite di una struttura di accoglienza per persone con disagio mentale. Giuseppe S. da diversi anni vive lì con una storia di vita davvero drammatica: ha sempre vissuto con la nonna dispotica e una madre affetta da schizofrenia che sin dalla tenera età non lo riconobbe mai come figlio per via della malattia; poi la dipendenza dall'alcol e il resto è storia che conduce a quella casa di cura forse perché nessuno si è preoccupato di Joe. L'ho rivisto non molti anni fa, è ingrassato, è quasi non l'ho riconosciuto e a stento mi ha riconosciuto.

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